Il tumulo detto della Pisside Rossa (identificativo n° 2526 nel catalogo SAEM) è una struttura di grandi dimensioni (il diametro calcolato si aggira intorno ai m. 25/27 ca.), posto in posizione elevata lungo l’asse della via Sepolcrale, immediatamente a est della tomba dei Tamsnie e del diverticolo che si dirama dalla via principale e che margina il lato orientale della vasta area denominata delle tombe del Comune. Il nome deriva dal rinvenimento, in fase di ripulitura della scalinata, di una serie di frammenti pertinenti alle pareti di una grossa pisside cilindrica in impasto rosso. 

Il monumento si presenta privo di cornice e con la calotta in leggero risalto rispetto alla parete verticale del tamburo. Il tamburo, solo parzialmente riportato in luce, è in gran parte lesionato e franato, grossi distacchi si evidenziano sia in corrispondenza dell’ingresso sia sul lato settentrionale verso la via sepolcrale. 

Il sepolcro è composto da tre camere – una centrale di dimensioni maggiori e due laterali di cui quella destra è una nicchia -, cui si accede tramite un dromos orientato ovest-sud-ovest e dotato di cinque alti gradini, consunti nella parte superiore perché rimasta in luce a lungo. A causa della pedata troppo alta, i margini laterali di ognuno di essi è stato rilavorato per creare un gradino più basso, con il risultato di ottenere 10 gradini ai lati della scalinata.

Le pareti del dromos sono per la maggior parte ricavate nel masso vivo e coronate in alto con cinque filari sovrapposti di conci a secco conservati in facciata sopra la porta della camera principale, mentre solo 2/3 assise sormontano le spalle laterali. Le porte dei due vani laterali sono ad arco, mentre quella centrale è rettangolare con un arco a sottosquadro che la inquadra (fonte: M. G. Benedettini, Relazione su intervento di ripulitura del tumulo 2526, Roma 2021). 

Tra il Giugno e Dicembre del 2021 il NAAC in concerto con la Soprintendenza Archeologica e le autorità preposte, sotto la direzione dell’archeologa Maria Gilda Benedettini, ha effettuato un’importate attività di ripulitura e svuotamento delle camere sepolcrali al fine di rendere fruibile e in definitivo, valorizzare, una testimonianza importante dell’architettura funeraria etrusca.